USA, INFLAZIONE IN RIALZO!

Usa, inflazione mette a segno maggior incremento in 13 anni

Questa settimana è stato riportato il dato sull'inflazione negli Stati Uniti. A giugno i prezzi al consumo negli Usa hanno registrato il maggior rialzo in 13 anni, in un contesto di limitazioni alle forniture e di un continuo rimbalzo dei prezzi dei servizi legati ai viaggi dai livelli negativi innescati dalla pandemia, mentre prende slancio la ripresa economica.

L'indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,9% lo scorso mese, incremento maggiore dal giugno 2008, dopo aver registrato un +0,6% a maggio. I prezzi di auto e camion usati sono avanzati del 10,5%. Si tratta del maggior aumento dal gennaio 1953, quando il governo ha avviato le rilevazioni. La scarsa disponibilità di semicondutori in tutto il mondo ha intaccato la produzione di veicoli. Auto e camion usati hanno contribuito più delle altre voci al balzo dell'inflazione negli ultimi mesi.


Ma i prezzi sono in aumento in tutti settori dell'economia.

Le vaccinazioni contro il Covid-19, i bassi tassi di interesse e i circa 6.000 miliardi di sussidi totali da parte del governo da quando a marzo 2020 è scoppiata la pandemia stanno incrementando la domanda, mettendo sotto pressione le filiere e facendo lievitare i prezzi in tutta l'economia.

I consumatori hanno pagato di più anche per cibo, benzina, affitti e vestiario lo scorso mese. Nei 12 mesi terminati a giugno l'indice Cpi è balzato del 5,4%. Si tratta del maggior incremento da agosto 2008 e ha fatto seguito al +5,0% di maggio.

Escludendo le componenti volatili di cibo ed energia il Cpi è aumentato dello 0,9% dopo il rialzo dello 0,7% a marzo. La cosiddetta inflazione "core" è balzata del 4,5% su anno, crescita più ampia da novembre 1991, dopo il +3,8% di maggio.

Gli economisti interpellati da reuters avevano previsto una crescita dello 0,5% dell'indice dei prezzi al consumo e che l'inflazione "core" avrebbe portato a segno un +0,4%.


L’inflazione galoppante negli Stati Uniti ha solo marginalmente influenzato in negativo Wall Street, è stata quasi ignorata dalle obbligazioni ed ha avuto effetti rilevanti soltanto sul dollaro, in forte apprezzamento su euro. 

Se la reazione ad un rincaro dei prezzi al consumo di parecchio più alto del previsto è stata così blanda sulle azioni, è perché prevale un atteggiamento di sfiducia sulla durata e sulla sostenibilità della ripresa economica in atto: nel medio-lungo periodo, l’incremento degli affitti, dei biglietti aerei e dei prezzi delle auto usate dovrebbe dovrebbe placarsi, ma allo stesso tempo, il trend di fondo del ciclo economico dovrebbe perdere vigore a causa dello strutturale problema della demografia.

Probabilmente per questa ragione, i bond a lunga ed a lunghissima scadenza hanno quasi del tutto ignorato il dato sull’inflazione, anzi, subito dopo la pubblicazione, il rendimento del trentennale, scendeva. La curva dei tassi, rappresentata dal differenziale tra il decennale ed il biennale, si è solo di poco fatta più ripida, stamattina lo spread è di nuovo in calo a 114 punti base.

Prevale sopra ogni cosa, la convinzione che la
Federal Reserve  non possa permettersi di chiamarsi fuori e continuerà di conseguenza a dare una mano: per il momento tollerando il surriscaldamento dell’inflazione, successivamente, continuando ad erogare sostegni ad un’economia che sta molto meglio di prima ma ha di fronte una lunghissima convalescenza. 

In questo contesto, anche le varianti del virus e lo scarso successo delle campagne vaccinali negli stati più vicini a Trump, sono elementi positivi, in quanto sono dei freni alla crescita che allontano il momento dell’uscita di scena della banca centrale. 

Il presidente della Federal Reserve statunitense Jerome H. Powell ha affrontato domande taglienti sull'inflazione e sulla regolamentazione bancaria durante un'audizione davanti alla commissione bancaria del Senato.

Queste questioni probabilmente saranno di particolare importanza per la sua possibile riconferma al vertice della
Fed.
 

Powell ha ribadito l'impegno con un "forte supporto" per completare la ripresa economica degli Stati Uniti, come aveva già fatto ieri davanti alla Commissione per i servizi finanziari della Camera - un segnale che non vede la necessità di affrettare il ritiro del sostegno all'economia dopo il recente balzo dell'inflazione.

I repubblicani nella commissione, tuttavia, hanno ripreso le domande da dove i loro colleghi della Camera avevano interrotto, contestando a
Powell il fatto che la forte accelerazione dell'inflazione, come previsto dalla Fed, si potrebbe dimostrare temporanea o a lungo termine.  

Powell ha respinto gli attacchi, affermando che la Fed sta osservando da vicino il percorso dell'inflazione, ma che lo considera "unico nella storia", una conseguenza temporanea della riapertura dopo la pandemia che probabilmente non persisterà. Il livello di capitale che le banche sono attualmente tenute a mettere da parte, non disponibile per dividendi o altri pagamenti, è "più o meno giusto", ha detto.

Tali questioni - il controllo di
Powell su un'economia che potrebbe surriscaldarsi e la supervisione di Wall Street - saranno fondamentali per la decisione dell'amministrazione Biden di rinominarlo per un secondo quadriennio quando l'attuale mandato scadrà all'inizio del prossimo anno. 

                                                                                                 (Fonte reuters)

 

DOW JONES INDUSTRIAL AVERAGE

Il Dow Jones è a ridosso di una importantissima Resistenza Statica posta in area 35.000, ovvero livello 100% della proiezione di Fibonacci (segmento C-D). Il 17/5/2021 si è formato un 1-2-3 High Joe Ross: la correzione si è però arrestata sulle rive del fiume sacro alla Patria! Da qui i corsi hanno iniziato a risalire fino a lambire la fortissima Resistenza Statica 35.000 (34.849 il 1 giugno 2021). Il Piave dunque funge da Resistenza Statica Ascendente! Solo in un caso abbiamo avuto la rottura al ribasso del Piave: il 18/6/2021. Ma si è trattato di un falso BreakOut! Dunque occhio al Piave! 

GIOLANALISYS

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